venerdì 29 gennaio 2010

Acquisti? Solo di Venerdì, grazie.

Questa mattina, complice un pranzo completo già preparato da ieri (salsiccia, patate e funghi al forno) mi sono concessa una mattina a gironzolare con la macchina nel lento traffico altamurano, dopo aver accompagnato Ivan all'asilo.

Prima tappa, profumeria: i prodotti di 'bellezza' o di 'salvataggio di quel che c'è' li avevo già acquistati da una rappresentante Yves Rocher, quindi nisba. Epperò tra i tanti pensieri del dormiveglia notturno post-dlin-dlin, ci sta pure il 'come diavolo mi aggiusto i capelli in ospedale?'.
Ehi, ho già detto altrove di essere estremamente precisa et organizzata e che mi piace avere TUTTO sotto controllo, o no??? :-P

Morale: ieri, dalle mie cugine artiste-artigiane, mi sono comperata un bel cerchietto nero con fiore in lana, più spilla con medesimo fiore. Dalla profumeria, stamane, elastici, bigodini da nanna, pinzoni piatti in acciaio, bastoncini per tenere sù i capelli.

Seconda tappa: pescheria.
Le volte in cui sono stata in pescheria le si possono contare sulle dita. Di una sola mano.
Insomma, la pescheria sta a me, un pò come la ferramente sta a maritosgainz: entriamo e ci perdiamo nell'ignoranza.
Una reeeessa. Prendo il numero. Letteralmente, però, non so che pesci pigliare.
Riconosco del salmone. No, troppo grasso.
Intravedo delle alici. Buoooone, ma, chi le sa preparare?
Poi riconosco (poichè c'è scritto) le Spigole. Mmmmm la spigola al sale è uno dei pochissimi piatti di pesce, che so preparare anche io, perchè DAVVERO non devi fare un tubo.
Ok, vada per le spigole.
Mentre mi gongolo tutta contenta, penso che domani ci meriteremmo anche un primo, di pesce.
Caspita, e ora?
Mazzancolle. No.
Aragosta. Chè? Si muove pure, orroooore, no no e poi no!!
Scampi. Umpf. No.
Preparato per risotti. Otto euro al chilo. Risotto eh? Mmmm ci faccio un pensierino.
Arriva il mio turno: tre spigole e due o trecento grammi di preparato per risotti (che figa, so fare la spesa in pescheria!!!)

Ora, il grande verdetto ci sarà DOMANI, quando quei pesci verranno da me cotti e spero non offesi.

Terza tappa: Sanitaria colorata e superfornita.
Tutina. Bianca, col collettino con due orsetti azzurri.
Body. Ghettine. Un libro da colorare per Ivan. Una guaina per la mia pancia-dopo-parto. Un reggiseno per allattare. I pannolini per le prime cambiate.
Insomma, la roba aumenta, ma la valigia non l'ho ancora chiusaaaaa!!

mercoledì 27 gennaio 2010

Aggiornamenti da nono mese

Ieri ho chiuso la porta dell'ufficio, e mi si è aperto il portone dei mesi della maternità.
Sicuramente della obbligatoria, ma qualcosa (l'esperienza già fatta) mi dice, anche della facoltativa.
Sicchè manca un mese esatto, al termine della settimana ostetrica.
Ivan si fece attendere altri otto giorni - speriamo che Mattìa si presenti a noi un pò prima.

Così l'ultimo grande scalone, l'ultimo grande mese di questo nostro viaggio insieme, si sta per concludere.
E questo, oltre ad essere il mese dedicato alle ultime cose pratiche, prima della nascita del secondo cucciolo, nonchè dedicato al fantasticare e figurarsi come sarà la nostra nuova vita a quattro, è anche il mese dedicato all'imponderabile.

Così, ieri l'altro, nel dormiveglia, sono stata molestata da pensieri funesti, suffragati da atroci ricordi.
Ricordi di una paffuta, bellissima nipotina, che non ha mai pianto.
E' stata partorita, ma non è mai nata.
Anche se, nel ventre della sua mamma, scalciava sana e forte, fino a poche ore prima del parto.

A volte mi ha preso l'insana sensazione che mia sorella M. abbia sofferto e pagato per tutte noialtre: accaduto a lei, quante probabilità ci siano che un altro cucciolo indifeso, un altro cuore puro e forte, un'altra di noi sorelle, patisca le stesse pene?

E invece ero lì, nell'incubo. Vuota. Silenziosa. Piangente e dolente. In colpa. Per non avere più in grembo il fratellino di Ivan. Il nostro nuovo cucciolo. Per non essere riuscita a dare la vita a quel cucciolo che di vita mi ha riempito nei mesi precedenti. Per non avere più in tasca la nostra nuova vita. Non c'è una quantità di lacrime adatta all'occasione.
Forse, è solo un modo per 'figurarsi' come sarebbe se....
Un modo per 'buttare le mani avanti'.
Ma, quando avanti trovi il baratro, buttarci le mani, non fa che peggiorare la caduta.

venerdì 22 gennaio 2010

Metti una sera (non solo) a Cinema (2)


(Per chi fosse interessato, la prima puntata è qui)

Ebbene: è dal cinque febbraio dello scorso anno, che mancavo dal cinema.
Cioè quasi un anno.
Considerando che un anno fa, ci mancavo da due anni.. posso con certezza dire che al cinema ci tornerò tra un paio d'anni.
OhMyGod!

However.
Il film che abbiamo visto (La prima cosa bella, film di Virzì), mi ha stupìto: mi è piaciuto, mi ha fatto ridere e commuovere. (Una bella 'recensione' la trovate dalla Bignardi)
E, come un anno fa, il film l'ho guardato da mamma (oh ma che è, lo faccio forse apposta a guardare solo film con mamme e bimbi piccoli?).

Insomma, a differenza dell'anno scorso, la mamma non mi somiglia per niente (fisicamente - l'essere bruna a parte), epperò c'è la mammità che ci accomuna, e, anche, la somiglianza del nostro amore viscerale e totalizzante, per i figli.
Insomma, le cantatine cuore a cuore, sono la mia specialità col mio cucciolo Ivan :-)

E.. grande novità.. al cinema ci siamo andati in due! Io e maritosgainz.
Questo perchè alcuni compari hanno dato forfait, e inizialmente ne ero dispiaciuta..
Ma via via che la serata si è svolta, mi sono ritrovata piacevolmente tèt a tèt con maritosgainz.. e ci siamo ritrovati mano nella mano, come due fidanzatini (ok, il mio pancione la dice lunga, Mattìa si può dire fosse fisicamente tra di noi.. epperò no, eravamo soli..)

Il sapore nostalgico della serata (chissà tra quanto potremo ripermettercela, diciamola tutta) dava una luce diversa ad ogni cosa: ad ogni goccia d'acqua che cadeva, ad ogni passo nel freddo, ad ogni luce nuova nel nostro sguardo.

Dopo il cinema, come Dio comanda, siamo stati in pizzeria.
Una pizzeria dove recentemente abbiamo passato una serata rincorrendo Ivan tra i tavoli, e dove ho potuto appurare che la mia pancia è ENORME, visto che non mi permetteva di passare tra due sedie.
Ebbene: abbiamo fatto pace anche con la pizzeria, e gli U2 in sottofondo hanno fatto il resto.

Ho volutamente preso la pizza con la bresaola (grossa pernacchia alla toxo, dovrei essermela beccata due milioni di volte), e mangiare chiacchierando guardandosi negli occhi è qualcosa che quasi non ricordavo più.
Eravamo io e lui, senza altri pensieri sul da fare, che sempre impèra sui nostri cuori.

Ecco, volevo dire GRAZIE alla mia sorellina Rix (e al di lei fidanzato), che ci hanno permesso cotanta serata.

lunedì 18 gennaio 2010

Nel caso, pìcchiami pure.

Ho di recente incontrato una neo-mamma.
Ero a casa di sua suocera, era il giorno della befana, giocavamo a carte, si mangiava, si beveva, si chiacchierava.
E' arrivata lei. Spenta. Pesante. Triste.
Con terrore ho rivisto mè stessa in qualche foto con Ivan appena nato.
Il baby-blues è terribile. In quei momenti non sei tu. E io lo so bene, me lo ricordo (e ne ho le prove: in un sacco di foto io sono ancora in pigiama, quando invece il cucciolo era già bell'e-vestito di tutto punto, e magari ero alla seconda poppata!!)

Ma. Ma lei era esagerata.
Lei.. lei si è presentata a casa della suocera, con una TUTA di ACETATO blu, larga, sformata, spenta.
Struccata.
Con la coda di cavallo, e i capelli.. come dire... visibilmente non lavati.

Ora.
Va bene tutto.
La tristezza ci sta pure.
Ma una piccola lucidata alla persona prima di uscire, no?
Va bene quando sei a casa.. ma fuori?

Cacchio, una non dovrebbe manco avercela una tutta di acetato blu! A meno di essere una ex-campionessa sportiva.
Secondo me l'abito aiuta. Psicologicamente, intendo.

Ricordo che avevo delle robe imprestate, della gravidanza e dopo-parto di Ivan, e come si dice? 'A caval donato non si guarda in bocca'...
Stavamo comprando casa.. firmando un mutuo.. il lavoro è 'dipendente' anche laddove con partita Iva.. Stavamo firmando un sacco di fuori-capitolato.. Oh insomma la situazione non era certo florida dal punto di vista economico! (non che oggi chissàcchè.. ma, come dire: i conti ce li sappiamo fare meglio. Si spera.)

Ecco, ricordo perfettamente che io... tentavo, di aggiustarmi, per uscire.. ma niente: quella roba era davvero triste a guardarla.
E questo intristiva me, che, diciamola tutta, non avevo granchè resistenza alla tristezza, e anzi, ne ero attratta in quel fisiologico momento.

Ora, mi sto organizzando per benino.
Va bene che al primo figlio non lo sai proprio come reagisci al parto e a tutto il resto.
Ma del secondo, se tutto va per il meglio, un pochino te le aspetti certe cose.
E quindi, ti prepari, disegnandoti in mente una certa strategìa di intervento.
Che prevede, ad esempio, il non lesinare sulle robe, sui prodotti di bellezza, e sul tempo per la doccia e lo shampoo, il mascara e la crema idratante.
Il tempo per provare gli orecchini, e i bracciali.
Il lusso di provare diversi abbinamenti, e non uscire con la prima accozzaglia che ci copre e ripara dal freddo.

Vabè nella mia strategìa ci sarebbe anche una dieta, ma.. come dire.. non ce la sto facendo adesso.. figurarsi dopo.. ma chi lo sa: magari mi guardo Mattìa e Ivan negli occhi, e leggiadra come una farfalla che vola di fiore in fiore, abbandono le calorie extra, per darmi da fare con piatti leggeri. Chi lo sa. Le vie del signore sono infinite.

Gli altri punti previsti dalla mia strategìa:
- chiedere esplicitamente a maritosgainz di stare a casa con noi per le prime settimane (richiesto già da mesi, e complice una manovra lavorativa a favore, le settimane ci dovrebbero stare): di Ivan il giorno dopo che tornammo dall'ospedale, ero sola in casa. E questo non è stato molto carino, nè di aiuto.
- abituare Ivan al rito della nanna col papà, e viceversa (abituare il papà al rito della nanna di Ivan). Punto in attuazione: va abbastanza bene devo dire. Mi aspettavo peggio insomma.
- Autorizzare maritosgainz a picchiarmi, se mi vede in abbandono, o, peggio, di rientro dallo shopping, con una tuta di acetato blu nuova di zecca.

giovedì 14 gennaio 2010

Una mamma.. al lavoro

Stamattina, per lavoro, ho chiamato un cliente di un'altra città.

Ha risposto la moglie, e in sottofondo, sentivo gorgoglii a me familiari, provenienti da boccuccia di bimbo-di-pochi-mesi (in questo caso, ho poi appurato, bimba).
La telefonata inizia con il Lei.
Io detesto il Lei - mi impappino, non lo so tenere per tanto tempo.
A un certo punto le dico 'dài, diamoci del tu, siamo coetanee, no?'
e lei 'no, credo di essere più grande di te'
vabbè alla fine ha appena compiuto 29 anni, e io 30, quindi coetanee sì, ma sono più grande io...

E che succede quando due mamme, giovani, in attesa o poco più che puerpere, si incontrano (anche solo telefonicamente)?
Via tutte le barriere, abbassati tutti i pudori, ci siamo intrattenute un quarto d'ora parlando di ginecologi, cerchiaggi, parti naturali, prossimi bimbi previsti (i suoi), emorragie post partum, prostaglandine, lacrime e attese - poi premiate dal vagito del nascituro.

Per farla breve, suo marito (il cliente che ho chiamato) deve venire qui da noi nel pomeriggio.. verranno anche lei e la bambina, così ci conosciamo :-)

mercoledì 13 gennaio 2010

La scelta non-ecologista (sui pannolini lavabili)

Provengo da una famiglia numerosa.
Una figliolanza composta da sei femmine e un maschio, che vanno dal 1962 al 1985, non è roba di poco conto.
Mia madre era una roccia.
No, mia madre era una Donna.
E come tutte le donne aveva pregi e difetti.
Tra i suoi pregi annovero sicuramente una forza d'animo, che un pò le invidio, specie da quando sono diventata madre a mia volta.

E mia madre era una ecologista, senza sapere di esserlo..
Usava, manco a dirlo, i pannolini di cotone.
Non per altro, per una chiara ed ovvia scelta economica.
Anzi, in realtà temo che scelta non ne avesse, ma comunque.
Stesso discorso per gli assorbenti: anche per sè ha sempre utilizzato puro cotone lavabile: un esempio di massima coerenza, e tanto di cappello.
A noi figlie invece, ci ha sempre fatto usare gli u&g, forse pensando fossero roba da giovani donne.

Io (classe '79) ricordo bene come si piegavano i cirippà e i quadrati di cotone di mia sorella Rix (classe '85). Eppure, quando ho avuto Ivan, la scelta di utilizzare i pannolini in cotone, non mi ha mai neppure sfiorato.
Questo perchè io sono sfrontatamente pragmatica.
Amo la velocità, la praticità, e detesto le complicazioni inutili (poichè ammetto che ci siano complicazioni utili o comunque inevitabili).

Ecco: i pannolini in cotone, che si vanno ad aggiungere a tutta la roba che un neonato naturalmente sporca, io li vedo come una complicazione.
Una agguinta, che trovo ingiusta, alla già grossa mole di cose da fare che la nascita di un bimbo porta con sè.
Un cucciolo, un bimbo, un figlio, e mica robetta, a cui bisogna dedicare amore, energie, forze e attenzioni, ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, dodici mesi l'anno. Non-stop.
Ecco, mi faccio da sola uno sconto sulle lavatrici, togliendomi quelle da fare per i pannolini.
Lo so.
Il costo di questo sconto non è quantificabile.
Bisogna aggiungere oltre al costo dei pannolini da supermercato (che è un costo mio e solo mio).. anche il costo ecologico (che è un costo di tutti), che è di mia difficile percezione, ma io lo so che c'è.
Mi basta guardare i multipack di pampers che avevo riempito con la robicina di Ivan, e che abbiamo tirato fuori per prepararci all'arrivo di Mattìa....

martedì 12 gennaio 2010

C'è posta per.. Mattìa

Caro Piccolo Grande Mattìa,
sono io: la tua casa. Il tuo ritmo. Il tuo mondo. Il tuo limite. Il tuo infinito.
Insomma la tua mamma.

Sono quella che canta facendo vibrare la cassa toracica e rilassare il diaframma, e chissà se è vero che tu trovi piacevole il mio canto. Anche laddove stono.

Sono quella che nelle ultime settimane ha una voglia matta di peperoncino, tanto che ieri ce lo ha messo pure nell'insalata. E chissà se gradisci.

Sono quella che si dilunga sotto la doccia, divertendosi a vedere l'acqua che scivola sulla panza e a mò di cascata arriva direttamente sul pavimento. Quella che quando poi asciuga l'acqua è un pò meno divertita, ma tant'è.

Sono quella che coccola e gioca col tuo fratellone Ivan, e che lo aiuta a sentirti, portando la sua mano sul tuo guscio, dove ogni tanto assesti macarene improvvisate e ritmate.

Quella che immagina il tuo visino, guardando le foto di Ivan piccino.

Sono quella che ha lavato tutte le robicine appartenute a Ivan, prima che a te, e che ha guardato e rimirato ogni singolo body, ogni ghettina, e ogni calzino, ogni camicina, e ogni tutitna, immaginandoli pieni di te.

Quella che si è spaventata per la enorme differenza tra la tua tutina, e la propria sovrabbondante camicia da notte ospedaliera, che fa così diciannovesimo secolo.

Quella che a letto non riesce più a stare, che da una parte perde il respiro, e dall'altra impazzisce di dolore nella zona sud lombare.

Sono quella che quando si sveglia, di notte, per fare pipì, o bere, poi resta a guardare il buio, ascoltando il respiro del tuo papà, e gli sgambettii di Ivan dalla cameretta.

Sono quella che dal giorno della befana, non fa che mangiare un dolciume al dì, così, tanto per non farsi mancare anche quei chili proprio proprio superflui.

Quella che ogni tanto senti urlare, sbraitare, ma poi subito dopo ridere di gusto. Perchè è fatta così, e lo sa che tu lo sai.

Volevo solo dirti che oggi è dodici gennaio.
Che fuori c'è un cielo terso, di un azzurro immenso, e nuvole bianche di luce.
C'è un sole grande e caldo, con un'aria gelida e pura.
E c'è tanta voglia di te.

venerdì 8 gennaio 2010

Mezza Calzetta? Nonnò, intera!

Cioè sarebbe a dire che quest'anno la Bbbbefana ha riempito di dolciumi anche le calze di mamma e papà.

E a chi mi dice 'uhhh anche la tua ti sei fatta?' ridacchiando, io rispondo 'vuoi un tronky? un duplo? un kinder cereali? un ciocco-lindt? un mcvities al cioccolato? un oro ciock? un ringo?'

Insomma: era l'unico modo 'legale' per procurarmi tali sostanze, generalmente vietate a una gestante golosa.

E poi, era per non destare sospetti nel cucciolo: perchè avremmo dovuto mettere soltanto il suo calzino, sulla cucina, la sera della vigilia della befana? Era tanto più bella la cucina coi calzettoni di tutti e tre! E poi, l'anno prossimo ci sarà anche la calza di Mattìa.. e sarà ancora più bello! :)

ps - Ivan, oltre alla calza, ha ricevuto la Batterìa, da questa Befana 2010.
L'ha trovata montata ai piedi della cucina, accompagnata da una letterona a firma Befana, che si è fatto lèggere un paio di volte.

Come ha commentato l'accaduto?
'mamma: la befana mi ha portato la muzica!'
'mamma: io sono fotte la bbbattelìa co y piatto!!'
'papà, io sono a bbattelìa, e tu soni y basso.. un, three, fou, fai! breeeeath, breath in the air! donBi Afaid tu caaare! liii no liiimmmiii! u-ukaun! choose yu om glau!' (Breath - Pink Floyd rivistati da Ivan)

e poi
'papà, io però a rompo questa battelìa..' (in pratica ha notato che è un giocattolo.. forse non abbiamo fatto bene a fargli suonare una vera batteria.. gulp!)

martedì 5 gennaio 2010

Benvenuto Duemiladieci! :-)

Ecco, il titolo del primo post del duemiladieci, non poteva che seguire lo stesso filo conduttore del titolo dell'ultimo post del duemilanove.

Ebbene: ho scoperto di essere cambiata.
Sìssì.
Ho passato un capodanno casalingo, come sempre, ma (grande novità) in scala ridotta!
Il cambiamento consiste nel non essermi depressa per la scarsità di commensali presenti!!

Spiego meglio: io provengo da una famiglia numerosa-rumorosa, dove la Domenica, non è Domenica se non ci si riunisce in più di dieci (che per noi significa anche solo un paio di famiglie), e non ci si scervella su quel che bisogna spignattare, già dal venerdì sera (momento migliore per fare la spesa senza lungaggini).

Ora, da sempre ho avuto la tendenza a riportare questa mia abitudine (pranzi pantagruelici e folti di persone) anche a casa della santa suocera, coinvolgendo in ciò, e a turno, le mie sfortunate cognate, e mia suocera medesima.
Le mie organizzazioni non sono mai state brillanti, come invece succede a casa del mio papà, con le mie sorelle, e non so se la questione è puramente del legame di sangue, o se è abbiamo semplicemente caratteri che non legano (io e le mie cognate, per intenderci).
Insomma, un pò il 'priscio'* me lo hanno fatto passare, diciamo la verità
(*la gioia nell'organizzare pranzi, cene e incontri).

Ma. Ma dopo aver passato un CAPODANNO in CINQUE, senza carte e senza botti, ed essere sopravvissuta, e, anzi, averlo trovato salutare: posso con sincerità ammettere di essere cambiata.

All'inizio pensavo fosse stato anche l'influsso di maritosgainz, che mi ha sempre seguito nelle mie organizzazioni, senza mai ostacolarmi, ma neppure con grande entusiasmo; ma poi ho capito che è l'essere diventata mamma, che mi ha fatto cambiare radicalmente 'ambizioni'.
Nel senso che, oggi, penso prima e soprattutto a Ivan, e alla sua serenità, che difficilmente lega con un pranzo di quattro ore e venti persone, o con un cenone di sei ore e trenta persone.

Ivan e le sue antenne che carpiscono il più sottile stress materno, non meritano di assorbire tutto lo stress che incamero e distribuisco, durante la preparazione di questi incontri culinari.

Detto ciò: al momento il duemiladieci mi ha portato notti insonni, sogni agitati, letargìa mattutina.
Forse che forse che sono all'ottavo mese di gravidanza?
Forse che è sì.
La letargìa l'ha portata anche al mio cucciolo, che non saltella più nel lettone chiedendo il latte a gran voce, ma viene quatto quatto a rifugiarsi tra le coperte e le mie braccia, senza mai dimenticare di darmi tanti bacetti prima di girarsi e continuare il suo letargo.
Sì, mi sa che dobbiamo andare a letto prima. Decisamente.

Il duemiladieci è cominciato con le temperature che adoro (3/4 gradi..).
Amo tornare a casa nel tepore del termosifone, e mettermi a cucinare, scaldandomi contemporaneamente.
Insomma amo l'inverno, quello vero, che giustifica la cioccolata calda, la nutella extra, la focaccia in più, il pezzo di pasticcio che non vuole nessun altro.
Ma perchè ultimamente finisce sempre che parlo di cibo?

Ah, meglio tardi che mai:
Buon Duemiladieci Ad Ognuno di Voi Là Fuori.

byCarpina(&Mattìa)&Ivan&Maritosgainz