martedì 28 maggio 2013

Spring Bank Holiday al Windsor Castle

C'era una volta una fortezza, che racchiudeva al suo interno un Castello, abitato da più di novecento anni dai regnanti d'Inghilterra.




Una bella giornata di Primavera, con la P maiuscola non a caso ma perchè era proprio una giornata stupenda, tutta la carpina's family vi si recò, (god bless buses, tubes and rail trains..) e dopo una ordinata fila di un'ora, finalmente si addentrò nei meandri del palazzo.


Il palazzo, parzialmente visitabile, e stracolmo de 'i turisti del bank holiday' razza cui la carpina's family appartiene, è stupendo fuori, e manco a dirlo, ricchissimo dentro, dove non è possibile scattare foto, nè riprendere alcunchè.


Guardie col cappottino rosso e il colbacco di pelliccia, piantonano la zona abitata del Castello.
Nella zona visitabile invece si passa attraverso la Queen Mary's doll's house, un castello miniaturizzato completo di tutto ciò che in un castello c'è (saloni, librerie, camere da letto, salotti, cucine, eccetera), gli appartamenti di stato, le drawing's galleries, camere di re e regine.


E di armi. Quante armi ci sono! Antiche, certo, ma sempre armi sono!


Fuori il verde che circonda il palazzo, è rigoglioso ed accogliente.


Il Cielo d'Inghilterra, quando si fa vedere, la fa da padrone.. E la luce che ne scaturisce non può non fare bene al cuore.


In ultimo la Saint George's Chapel, con nobili tombe, un silenzio reverenziale, e un odore di vecchio e chiuso.

E fuori dalle mura del castello, il pub. 
Molti dei locali nei dintorni hanno nei basements, o cantine, dei cunicoli che portano direttamente al Castello.. chissà, magari erano antiche vie di fuga.. il Pub che abbiamo scelto noi, in una costruzione del 1518, aveva il tunnel, che ora è stato murato e ingabbiato. Noi eravamo là a mangiare, davati all gabbia buia con poche candele e molte ragnatele (vere), sorseggiando Pimm's e cider, gustando un veggie burger con buonissime chips..

sabato 25 maggio 2013

Home feeling - Photographs - Main Bedroom

Di ritorno da una serata senza i boys, in una Londra che ha avuto pietà di noi e ci ha regalato una giornata soleggiata (i tifosi del Dortmund a Piccadilly questa mattina erano più gioiosi ancora) e una serata piacevole da passeggiare, specie dopo cena e dopo il vino, ecco che raccolgo altre foto di casa e le pubblico.

Ed ho pensato a questa tradizione tutta italiana di mostrare casa agli ospiti, che io inizialmente non credevo avrei seguito, ma che poi è un pò come  'eccoci, questi siamo noi', è un pò mostrare una parte di sè, e non una parte qualunque, ma una parte intima.

La mia casa mi somiglia, c'è poco da fare.

Proprio come me, si riempie di aggeggini e accessori: io non sarei mè, senza i miei orecchini.

Non è certo una bellezza sfacciata, ma sa farsi apprezzare, sotto certi aspetti...

 ...o in base a giochi di luce... è una casa meteoropatica, la mia e, proprio come me, è più felice, quindi più bella, quando c'è il sole ad illuminarle il viso e a scaldarle il cuore..

Mi piace avere tutto a portata di mano, di occhi..

E un piccolo angolo informatico fa parte anche di me.. Non senza un quadro con gufetti colorati (amo i gufetti!)

E poi decorare la mia casa, è un pò come truccarmi, serve a risaltare certe cose, o a coprirne altre ;-) 

..pioggia di primavera..

Gioie di due portaGioie :-) 


E voi? Voi mostrate la vostra casa a chi viene a trovarvi?

giovedì 23 maggio 2013

Lavorare a Londra, ovvero #melafacciosotto

Il momento in cui, armata di curriculum, mi aggirerò per Londra in cerca di un impiego part time è alle porte, come è giusto e naturale che sia.
Il piccolo ricciolo di casa è armato di ben due jumpers misura Nursery, e ogni mattina ne tira fuori una dal cassetto, sbavando per il momento in cui finalmente la potrà indossare a pieno titolo.

Settembre sarà portatore di grandi novità, come ogni settembre che si rispetti, nella vita di ogni studente del mondo (occidentale). I. sarà in year2, M. in nursery, e io... alla ricerca di. Punto.
Di che cosa ancora non lo so.

Da un lato c'è la ragioniera che è in me e che ha lavorato tanti anni, la quale chiede di ricominciare a nutrirsi di numeri e logiche contorte.

Dall'altro c'è la cuoca dilettante cui tutti i commensali assicurano un futuro, specie qui in UK dove, detto tra noi, 'non sanno cucinare' e le nostre massaie medie che passano in cucina parte della giornata per sfamare la family, qui farebbero furore.

Poi c'è l'assistente software che, pur avendo fatto una lunga esperienza lavorativa, comprende di essere 'datata' (anche un fermo di pochi mesi, in ambito informatico, corrisponde all'essere 'datati' ormai), e sente di non avere alcun titolo a comprovare le proprie abilità informatiche.

Da poche settimane ha fatto il suo ingresso trionfale, in una situazione tutt'altro che chiara, l'aspirante 'teacher' per alfabetizzazione di adulti in ambito basic english and basic mathematics. In pratica da quando, in cambio di un pranzetto home made (dopo pakistano e cinese, ieri è stata la volta di un ottimo turco) aiuto delle compagne di corso nella comprensione e messa in pratica di concetti di base (siamo ferme a cm, mm e metri), ho scoperto di trovare molto stimolante questa cosa dello spiegare con parole semplici e inglesi, of course.

Come se tutto ciò non fosse già abbastanza, ogni tanto fa capolino la diciannovenne che in fondo in fondo è ancora qui, e che mi chiede se finalmente non abbia il coraggio di seguire un corso al college, che non sarà l'Università certo, ma ci si avvicina assai dal suo punto di vista.
Quale corso? In Italia avrei scelto lingue, qui bò (ah, questi adolescenti!).

Ora, le porte che mi si aprono son tante, e io vorrei attraversarle tutte, pur di non dover fare una scelta.
Avrò pure tanta esperienza in ambito lavorativo, ma la considero una esperienza di serie B, perché
1. Ero in Italia
2. Era una piccola ditta
3. Ero una factotum alla fine, e mentre in Italia questa cosa vale quasi oro colato, qui è vista come una cosa strana: qui ti vogliono assolutamente specializzata.
4. Sono due anni che non lavoro! Ventiquattro lunghi mesi. E se avessi perso la verve? E se non fossi più capace? Il mondo non mi ha  certo aspettato, anzi, è andato allegramente avanti, e io mi sento lasciata indietro, ferma, immobile, e più sto ferma, più mi sento pesante.

E se non fossi più capace?





mercoledì 22 maggio 2013

Home feeling - Photographs - Entrance and Kitchen

Tentando di sopperire alla reale mancanza di contenuti interessanti di questo blog mantenere un minimo sindacale di coerenza da blogger, eccomi con la seconda puntatina fotografica sul nostro british flat.

Pronti?

Dlin Dlooon.. (ho il citofono stonato #chevelodicoaffà)
Carpina: Who's it?
....
My blog-readers? Ma veramente? Ma preeeego, salite pure! :-)

Ed eccoci qua, Benvenuti! Questo è il vero e proprio ingressino. Tristino, lo so, ma a parte un lungo specchio che però necessiterebbe di enormi buchi al muro per essere fissato, non mi vengono in mente altre options. By the way è davvero una zona di passaggio: talmente stretto che mai ti sogneresti di sostare lì....

  Quadretti London red&grey from a local Charity Shop

Qui invece abbiamo la 'vista corridoio' che porta nella zona notte del flat. Si chiama corridoio ma io tento di arginare i boys che lo usano per correre.
Quadro: olio su tela, ricevuto da un gentile signore che non è più tra noi da tempo. Dipinto da lui medesimo.
Comodino: una delle poche schifezze di mobili cose che fan parte dell'arredamento di questo flat.
Foto di me e nonna, sul comodino.
Centrino marrone ricevuto in dono from India dalla amica D.

Mettiamo su un caffè? Rigorosamente Lavazza sì sì: siamo italiani expat, non italiani impazit, che comprano un caffè solubile, o peggio, che sa di bruciato..
Cucinotta in versione by night, ovvero con la blind abbassata per la privacy (che, a proposito , si legge proprio privasi, e non prAivasi come diciamo noi. Misteri della lingua british..).
La cucina era completa da fuori, ma vuotissima, dentro e sopra. I piccoli elettrodomestici, l'inseparabile kettle (shall I put the kettle on?), il magico toaster,  il comodo microonde, il fedele bimby, sono nostri. Come piatti, pentole, posate, bicchieri, prima tranche comprata di seconda mano da lei, e poi, ovvio, Ikea.

Tavolo e sgabelli Ikea: mi han cambiato la vita, ogni mattina la colazione è rilassante perchè comoda.. Prima dovevamo trasferire ogni singola vettovaglia da colazione dalla cucina, al soggiorno, e vabene farlo per pranzo e/o cena.. ma al mattino prima del mio caffellatte sono spentissima!

Barattoli porta-tutto Ikea. Pasta, pastina, mandorle, cous-cous, avena, cereali, farine e così via. I. e M. adorano tenere a vista 'la pappa', e io credo rendano la cucina più vissuta.. Voi no? :-) 

Vi lascio qui col caffèttino fumante, mentre vi dò appuntamento al prossimo pallosissimo esilarante photo-post!


domenica 19 maggio 2013

Home feeling - Photographs - Living Room

Cari miei lettori,
sono felice ed emozionata nel darvi il Benvenuto nel nostro umile flat!

Cominciamo con ordine, così, proprio come se steste entrando dalla porta.. ed eccovi la living room, salotto o soggiorno che dir si voglia, sala tv, stanza dei giochi, nonchè camera degli ospiti, all'occorrenza: quando hai una casa piccola, ogni stanza diventa multi-tasking ;-) 

 Tavolo, sedie, cassettiera, libreria, centrotavola bianco, fattoria morbida, abat-jour from Ikea.
Corno da Richmond Park. Non chiedetemi dettagli.
Cuscini e tende Primark.
Centrino feltro rosso from Italy, ma è made in China eh!

 Ecco qui i miei quadri, rettangolari. Tele, fogli, colla, tutto acquistato da Tiger, per cui, prendetevela con loro meh :-) 
Colori e pennelli invece sono Ikea.

 Libreria piccola con ante, libreria grande, always Ikea.
Picture on the Sofa, Charity shop.
Cuori-porta foto: Tiger.
Cuore alla finestra: Cargo.

 Red futon from a friend!
Cuscini con gufetti, Primark! Sono stupendissimi.
Albero porta cappotti Tiger!
Mappa di Londra in cornice Ikea.


Il mio davanzale quando era in fiore. 
Porta vasi: car boot sale.
Cesto verde in feltro, Tiger.

A presto con le prossime stanze - puntate! :-) 


sabato 18 maggio 2013

Home feeling.

Ormai son quasi due anni che viviamo in questo flat.
E spulciando il blog devo dire che l'unica volta che ho parlato della nostra casa londinese è stato solo quattro giorni dopo essere arrivata in UK. Insomma, un pò di depression, scoraggiamento, abbattimento che dir si voglia, ci stava, con mille ragioni.

E anzi l'unica volta che avrei voluto scrivere del nostro flat e/o pubblicarne immagini, non ce l'ho fatta: era troppo presto ancora, era ancora semi vuoto e poco vissuto, e quasi per niente personalizzato, così ho postato foto esterne, fatta eccezione per un comodino un pò speciale.

Ho capito che stavo 'guarendo' dal 'mal di casa' che avevo, quando ho cominciato a muovere i divani e i mobili del soggiorno, che da allora tante volte sono stati spostati. 
Quando ho iniziato a intravedere del potenziale tra queste mura, e ho iniziato a lavorare con Ikea perchè il potenziale nascosto venisse a galla, nascondendo (contemporaneamente) i muri da ridipingere, ho realizzato che c'era in effetti una luce in fondo al tunnel della casa disadorna.

E poi ci ho preso gusto.

Mi sono abituata al carpet, oggi ne apprezzo addirittura la capacità di assorbimento dei rumori, e mi piace la leggerezza dei bimbi scalzi che corrono e non si ghiacciano i piedi, nè rischiano di scivolare ogni tre per due; e poi ho comprato una macchina a vapore per lavarlo, il carpet.. anche questo aiuta!

Ho filtrato i vetri con semplici tende che danno quella sensazione di romantica intimità casalinga.

Abbiamo comprato librerie, grandi e piccole, in soggiorno, cassettiere per le camere da letto, tavolo e sgabelli per la cucinotta, che è diventata quasi abitabile, e persino una testiera per il nostro letto, che ne era sprovvisto, e non trovo carino dormire attaccati al muro.
Ho piantato anche due alberi porta cappotti, trovati nel bellissimo Tiger che ho dalle mie parti: niente di più utile!

Ho tappezzato i muri di quadri, pictures, immagini, mappe: tutto sistemato strategicamente per mimetizzare porzioni dei muri da ridipingere (e che chissà quando, e se, ce li ridipingeranno). Ho persino fatto due quadri con le mie manine, eheh..

Poi ho installato un mobiletto in bagno, la stanza più bisognosa di un restauro, e dove, semplicemente è bastato sostituire la tenda della doccia, e acquistare un paio di tappeti decenti e dei ganci a ventosa per creare gli spazi necessari agli accappatoi, per poter quasi ignorare il temuto tubone di scarico (donde, ormai è appurato, non arriva nessun animale di nessuna natura).

E poi ho riempito il soggiorno di cuscini, e di questo ringrazio Primark, mentre i due cuscinoni che fanno bella mostra di sè sul lettone sono di ikea.

Ma sono anche molto riconoscente ai chatity shop e ai car boot sale che ho visitato in questi mesi, e che raramente mi hanno delusa.

Così oggi, quando rientriamo a casa, dalla spesa, da un pic nic, o da un viaggio, siamo felici di aprire quella porta con tre serrature, e di entrare in un nido comodo e accogliente.

A presto le foto!


venerdì 17 maggio 2013

Scorci di Londra per riprendermi piano piano (foto)

Se giá qui ero triste, non è certo difficile capire che di conseguenza quando ho scritto quest'altro post, ero letteralmente a pezzi, e sentivo di perderne per strada.

Ma piano piano sto facendo pace con Londra, ma.. sul fare pace col pensiero che non troverò più mio zio N giù ad attendere la nostra visita, per emozionarsi ogni volta nel vedere i nostri bimbi e i loro occhi.. ci sto ancora lavorando.

Ma come fare pace con Londra?
Uscendo e godendosi il sole che ogni tanto appare.. Così è questo che, sorprendentemente, siamo riusciti a fare.

Metti ad esempio un pic nic a Holland Park...

Tulipani. E sole.

Kyoto Garden, una parte di Holland Park.


Oppure una rara domenica di sole e di non-reperibilità del consorte, leggiadramente passata sulla Thames Cable Car, di cui ignoravamo l'esistenza, e che è pagabile con la oyster card...

 O2 visto dalla cabinovia (cable car). E, dietro, Canary Warf
 River Thames, from the Thames Cable Car
Due cuccioli curiosi e felici :-) 

Oppure un brutto martedì di pioggia, che però assume una colorazione più solare, grazie a due amiche (di cui una è lei)e ai loro cuccioli, e anche grazie a una Richmond per niente banale..

Boathouses lungo il Tamigi.

Boathouses on the River Thames

Carpina che fotografa un laboratorio di ceramiche, chiuso.

E così ho ritrovato un pò della mia solita grinta, ho ricominciato a perseguitare telefonare alle mie amiche, ho ripreso a dare lezioni di matematica in cambio di cibo di altre culture culinarie (al momento annovero pakistano e un fantastico cinese, ma vedremo fino all'esame...), ho preso le misure per fare nuovi piccoli acquisti Ikea (anche se lei non mi ha ancora confermato tempo e luogo.. visto che mi ci accompagnerà by car..) 

Poi, certo, il fatto di aver prenotato i biglietti aerei per Agosto, più una settimana nelle Maldive del Salento, lenisce parecchio la nostalgìa...
Ora devo solo tenere duro e smettere di desiderare dolcetti di mandorla, cioccolatini, waffels, tea rusks, madeleines, yogurt coi cereali un'ora prima di cena e via dicendo. Guarirò, promesso.


giovedì 9 maggio 2013

Non ci vedremo più

Ieri hanno tagliato un albero, nel giardino dei vicini.
Ora ne stanno tagliando un altro. Stesso giardino. Un albero che è una gioia per gli occhi. Enorme. Rigoglioso. Le stagioni fanno festa sui suoi rami. Adesso é verde. Pieno di foglie verdi. In autunno è giallo, arancio, e le foglie ritardatarie sono ancora verdine, in ottobre. E il mio cuore trema al suono della sega che lavora, e del tritapiante che macìna e macìna.

Stanotte un uomo si è spento.
Era mio zio.
Aveva cinquantasei anni, tre figli, un amore che durava da una vita, gli occhi cerùlei, ed era un cuoco, un falegname, un restauratore, un oratore, un aspirante cantante.

L'ho salutato in Italia non sapendo fosse l'ultima volta.
O forse lo sapevo ma lo rifiutavo. Glielo leggevo negli occhi. Gli leggevo la paura, la sofferenza, il dispiacere.
Occhi trasparenti e inquieti.

Quando rideva aveva le stesse rughe di mia madre. Gli stessi occhi.
Quando guardava me e i miei figli, era mia madre che cercava. Quella sorella tanto amata e tanto presto mancata.

Mi ha regalato una targa con una poetica incisione sulla nobile stirpe dal cuore gentile da cui derivo. Aveva paura dimenticassi le mie radici, una volta trapiantata in UK.

Ma come puoi dimenticare ciò che ti àncora alla terra?

Ciao zio Nicola.

sabato 4 maggio 2013

Nostalgìa al gusto di dolcetti di mandorla



Tornati dalla primavera della nostra murgia.
Tornati freschi di matrimonio.
Tornati carichi di foto, aneddoti, ricordi, abbracci, sorrisi, col cuore in festa e la testa fra le nuvole.

Io son fisicamente tornata, ma il cuore stavolta l'ho lasciato in Puglia, sotto quel cielo chiaro, su quei campi verdi di grano e rossi di papaveri, dove i fiori di campo viola e gialli e bianchi, piccoli, medi e grandi, sbucano tra il verde spinoso e rigoglioso. Dove i vitigni stanno a prendere il sole accanto a uliveti sterminati e disordinati, abbelliti da sontuosi mandorli in fiore rosa e bianchi.

Il cuore l'ho lasciato in quella casa dove il citofono non smette di suonare, e gli amici, i famigliari arrivano e stanno lì con te perchè sei  tu, sei tu da trentatre anni e passa, e ti si vuole sempre bene, lo vedi negli occhi, senza bisogno di tante grosse parole.

E io lo sapevo, me lo sentivo che tutta l'attesa di questa reunion di sorelle e fratello, padre, cognati, nipoti, cugini, amici, mi avrebbe regalato picchi di felicità che non ero pronta a lasciarmi alle spalle.
Così dieci giorni sono pochi, pochissimi.

La famiglia cresce, cambia, la piccola ora vive in una nuova bellissima casa col suo fresco marito, mio padre ora è da solo, i nipotini diventano sempre più grandi e se non fosse per skype stenterei a riconoscerli, e io mi trovo qui e per la prima volta spaesata, spompata della mia solita forza e buonumore.

Mi leggo il diario, l'agenda per i prossimi giorni e mi chiedo dove trovassi l'energia per fare tutto quello che facevo.

Sarà la primavera, sarà la 'quiete dopo la tempesta', ma oggi ho pure saltato la zumba.

Intanto cerco di farmi guarire da questa 'nostalgìa canaglia' dai meravigliosi alberi in fiore che abbondano qui a Londra, dove la primavera la fa da regina, ed era anche ora! E.. Sì, mi faccio guarire anche dai dolcetti di mandorla che abbiamo portato fin qui...